Racconti di… Vino in versi, Roccalumera rivive la poesia del premio Nobel Quasimodo 0

ROCCALUMERA (Me). Uno straordinario evento dal titolo “Racconti di… Vino in versi per Salvatore Quasimodo” ha animato la ridente cittadina ionica di Roccalumera nei giorni scorsi.

Una sorta di “simposio”, infatti, riveduto e contestualizzato ai giorni nostri, ha preso vita attraverso un convegno eno-letterario presso l’Antica Filanda, organizzato proprio dal comune messinese insieme alla delegazione di Taormina dell’Associazione Italiana Sommelier.

Quasimodo, legame forte con Roccalumera

Vero è che Salvatore Quasimodo è nato a Modica dove rimase solo undici giorni, ma è altrettanto vero che la famiglia paterna era di Roccalumera. Al paese del Messinese i Quasimodo erano molto legati, tant’è che il papà Gaetano, pensionato delle Ferrovie, scelse di vivere lì gli ultimi anni della sua vita. Da qui il legame a doppio filo alla cittadina ionica.

«Per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi». Fu questa la motivazione dell’assegnazione del premio Nobel nel 1959 ad uno dei principali esponenti della corrente poetica dell’ermetismo.

La sua fase più creativa tra il 1930 e il 1942 con “Acque e terre”, “Oboe sommerso” e “Ed è subito sera”. Opere che racchiudono la rievocazione della sua infanzia in Sicilia e il disagio di chi, sradicato dalle terre d’origine, si ritrova catapultato nella corrotta civiltà del Nord post-industriale.

Il rapporto del poeta col vino

L’Antica Filanda di Roccalumera, dunque, è stata magnifico teatro del magico connubio cultura, arte e vino, e ha visto in collegamento audio-video la straordinaria partecipazione del figlio Alessandro che ha ricordato il rapporto col vino del papà Salvatore: «Mio padre non era un grande bevitore. Amava la Malvasia, beveva Lambrusco frizzante e non s’è mai ubriacato».

Alla presenza di una vasta platea, tra cui anche giornalisti, diversi autorevoli relatori come l’assessore alla cultura, Natia Lucia Basile, il presidente del Consiglio, Antonio Garufi, il deputato Ars, Giuseppe Lombardo, il presidente del Parco Letterario “Salvatore Quasimodo”, Carlo Mastroeni, e il moderatore dell’evento, Gioele Micali, sommelier professionista e delegato Ais Taormina, hanno arricchito la serata.

Prezioso il contributo offerto dalla professoressa Raffaella Villari, docente di letteratura italiana, latina e greca all’I.I.S. Caminiti-Trimarchi di Santa Teresa di Riva, che, dopo aver disquisito sull’antico concetto di simposio, ha letto dal greco alcuni frammenti lirici tradotti a suo tempo dal Quasimodo, come ad esempio il fr. 346 da Alceo, il quale conscio della caducità dell’esistenza umana invitava a bere adesso senza rimandare: bere il buon vino come metafora della vita.

Straordinari gli interventi al pianoforte di Maria Micali che si sono intervallati alla degustazione di sette vini, provenienti dal Messinese, dal Modicano, dall’Etna e dalle Eolie, tutti dedicati a Salvatore Quasimodo. La giovane pianista messinese ha deliziato gli astanti con musiche di Astor Piazzolla, Fryderik Chopin ed Ennio Morricone.

I vini in degustazione

Sette i vini, dicevamo. Ognuno con un rimando a Quasimodo o alla poesia.

Cantine Valenti “Poesia” 2020 Etna Rosato
Dallo straordinario rosa cadmio, effonde fresche sensazioni di frutta rossa giovane e note di mineralità. Sorso fresco e molto sapido.

Piano Grillo “Curva Minore” 2021 Cerasuolo di Vittoria Docg
Nero d’Avola e Frappato in pari quantità, affina due anni in legno e mostra giovani nuances ancora porpora. Naso di piccoli frutti rossi e blu, chiodi di garofano ed erbe aromatiche. Ha una beva vibrante e succosa. Dissetante.

Cantina Patria “Linee dei Sensi” 2021 Pinot Noir Sicilia Doc
Un Pinot tutto etneo che matura dieci mesi in barriques. Note di fragola, ribes, pompelmo rosa. Poi pepe nero, mina di matita, anice, sottobosco, resina di pino, macis. Fresco, molto godibile, chiude sapido.

Gaglio Vignaioli “Don Tindaro” 2015 Mamertino Rosso Doc
Nero d’Avola per tre quinti, il saldo è Nocera. Fa solo acciaio. Frutti rossi in sovramaturazione, pot pourri di fiori secchi, corteccia, note dolci di zucchero a velo e pan di Spagna all’Alchermes. Sorso molto piacevole e di grande equilibrio gustativo. Gran bel Mamertino davvero.

Bonfiglio “…ed è subito sera!” 2015 Faro Doc
Emblematico il nome del vino, hommage a Salvatore Quasimodo. Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola e Nocera. Affina in acciaio e in tonneaux. Al naso frutti blu, erbe aromatiche, spezie nere e dolci. Belle note tostate tra cacao e caffè. Un vino dalla grande eleganza con un sorso molto lungo.

‘A Pinnata “Punta Aria” 2016 Malvasia delle Lipari Passito Doc
Una Malvasia dolce di Vulcano (Me). Dal delizioso colora ambrato, ha carattere olfattivo importante tra albicocche disidratate, datteri, frutta secca, scorza di cannolo. Sorso sontuoso e dolce

Cantina Armosa “Ayn” Grappa di Nero d’Avola
Chiusura con distillato proveniente dalle zone di Scicli. Morbidezza e alcolicità imperano tra sensazioni di pera Williams, chicchi di caffè, accenti floreali. In bocca una perfetta e piacevolissima pulizia di aromi accompagna un sorso molto persistente.

Presenti in sala i rappresentanti delle cantine Bonfiglio, Pianogrillo, Valenti e Patria. Perfetto il servizio dei sommelier Giovanni Tringali, Dana Danutza, Onofrio Santoro, Natale Triolo e Andreia Rogoz. Direzione dei lavori eccellente di Gianluca La Limina, responsabile eventi della sezione Ais di Taormina.

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