Rosso del Conte protagonista con 4 annate, una serata dedicata all’Oste dello Stabile 0

PALERMO. Rosso del Conte, una serata dedicata al vino punta di diamante della cantina Tasca d’Almerita si è svolta martedì 18 dicembre al ristorante e pizzeria l’Oste dello Stabile, in Via Mariano Stabile, 39.

E’ stato un meraviglioso viaggio enogastronomico, tra odori, sapori e tradizione tutta mediterranea.

La serata è stata orchestrata da Corrado Maurigi, brand ambassador di Tasca d’Almerita, che ci ha permesso, tramite le sue parole, di tornare indietro nel tempo, a quando il Conte Giuseppe ha voluto dar vita a questo prodotto di eccellenza, in grado di esprimere tutte le caratteristiche della Tenuta Regaleali.

Un vino che emoziona ad ogni sorso e che rappresenta la storia della Sicilia e di chi, come il Conte Giuseppe, ha fortemente creduto nelle potenzialità del territorio siciliano scommettendo su di esso” – ha spiegato Corrado Maurigi.

Fu il primo vino da Vigna Unica in Sicilia, un vero e proprio primato tutto made in Sicily. Il vino è apparso nei calici sempre diverso, sia pur mantenendo la propria identità dal 2014 al 1998.

Il Rosso del Conte è un ottimo vino, apprezzabile anche senza esser accompagnato da un pasto, ma diventa un vero e proprio compagno di giochi, se presentato con  un menù d’eccezione come è stato quello che, Daniele Napolitano, chef patròn dell’Oste dello Stabile ci ha presentato.
La cucina di Daniele Napolitano, si conferma fortemente legata al territorio e alla tradizione siciliana senza trascurare quel tocco gourmet che al gusto e alla vista ha fatto davvero la differenza.

Antipasto di crudi e Rosso del Conte Tasca d’Almerita 2014

Si comincia con tre crudi: tartare di vacca al modo di Emanuele; marinato di vacca di limone e mandarino su lamelle di finocchio e roast beef su spuma di pecorino e croccante di carciofi. Tre piatti che riprendono tutta la tradizione siciliana tra agrumi, formaggi e verdure tipiche della nostra tradizione.
Il tutto magicamente accompagnato da un giovane Rosso del Conte-Tasca d’Almerita del 2014.
Composto dal 62% da Nero d’Avola che ci portato acidità e profumi ed un 38% del vitigno Perricone che regala dinamismo e profondità.
Il più giovane dei vini presentati, una delle migliori annate mai avute negli ultimi 15 anni, grazie alla lunga primavera avuta quell’anno.

Primo selvatico e deciso come il Rosso del Conte del 2007

Raviolone di pasta fresca ripieno di suino nero, con asparagi selvatici su letto di fonduta di ragusano. Ecco il medaglione firmato Oste dello Stabile.
Il piatto si presenta essenziale e delicato all’aspetto ma, una volta inciso il raviolo, si sprigiona tutto il gusto del suino nero accarezzato dalla morbida e lieve fonduta di formaggio ragusano.
Il tutto, assecondato dalla leggero gusto amarognolo degli asparagi che equilibra il piatto.
In perfetto abbinamento con il  Rosso del Conte-Tasca d’Almerita del 2007 che, con un climax ascendente regala un gusto aromatico unico grazie alla sua composizione: Nero d’Avola al 55%, Perricone al 17% e la restante parte costituita da selezione di uva a bacca rossa, della tenuta Regaleali offerta dal mite inverno e dalla piovosa primavera del 2007.

Glassa, tartufo e Rosso del Conte del 2000

L’altro primo selezionato dallo chef dell’Oste dello Stabile, è costituito dai ditali di tumminìa con soffice glassa di agnello e scaglie di tartufo nero uncinato. Quest’ultimo così denominato grazie al suo aspetto merlettato.
Un primo ricco di personalità tra tradizione e innovazione. Un piatto che ricorda l’atmosfera di casa tra la carne di agnello e le patate cremose, ma rivisitato in chiave gourmet grazie alla presenza del tartufo.
L’abbinamento con il Rosso del Conte-Tasca d’Almerita del 2000 risulta ineccepibile grazie alla buona piovosità dell’annata, alla fresca estate mitigata da ventate di scirocco a fine agosto.
Non solo il vigneto di San Lucio, ma anche Sant’Anna e Cimminita, vigneti limitrofi alla vigna di San Lucio che si uniscono dando vita a questo vino. Anche grazie alle botti di rovere di 300 litri che donano maggiore micro-ossigenazioni e maggiore equilibrio ai frutti. Si percepiscono le venature più larghe, un naso più ampio e ricco che ci porta su aromi diversi, con note che ricordano la menta, il mallo di noce e il ciliegio.

“Un secondo” tra i boschi all’Oste dello Stabile

Passeggiando un secondo tra i boschi, ci imbattiamo su una carne preparata a puntino dallo chef Napolitano. Uno stracotto di cinghiale con polenta di frascatula ai funghi delle Madonie. Il cinghiale si presenta morbido, privo del forte aroma di selvaggina, pur conservandone perfettamente il gusto. Un secondo che ricorda i profumi del bosco, grazie alla presenza dei funghi saporiti e deliziosi. Al suo interno nascosto un cuore di polenta di frascatula, d’accompagnamento al piatto.

In abbinamento il vino più vecchio di tutti, prodotto addirittura ben 20 anni fa. Classe 1998, direttamente dal vigneto di San Lucio, di Sant’Anna e Ciminnita, nonché dal vigneto di Case Vecchie. Grazie al suo affinamento il barili di Rovere Francese e al perfetto equilibrio delle stagioni – inverno freddo, primavera mite ed estate molto calda – il vino si è presentato equilibrato e gustoso.

Un perfetto abbinamento con la carne di cinghiale proposta dallo Chef dell’Oste dello Stabile.

Dulcis in fundo

Arriviamo al dolce. Questa volta lo chef dell’Oste dello Stabile si fa aiutare dalla immortale pasticceria Palazzolo. Un dolce di antica memoria, la pesca, che rivive grazie all’arte di Santi Palazzolo della omonima pasticceria. Sono due brioche intrise di liquore e ripiene di crema all’arancia.

Il tutto accompagnato da un Passito Diamante Tasca d’Almerita 2016.
Questo passito è stato definito dal Brand Ambassador “DNA della tenuta Regaleali”, perché il suo ingrediente principale è stato l’amore.
Il Conte Giuseppe, da sognatore qual’era, dedicò Diamante alla moglie, per le nozze di diamante con contessa Franca, fedele compagna di vita.
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