Locanda di Cadì, un luogo dove il tempo si è fermato e si respira aria buona 0

PETRALIA SOPRANA (PA). Alec Waugh diceva che è possibile innamorarsi a prima vista di un luogo come di una persona. E’ successo a Patrizia Maniscalco e Diego Landi, una simpatica coppia sulla settantina che da un giorno all’altro decise che avrebbero trascorso la loro vita a Petralia Soprana. Così danno vita a Locanda di Cadì.

Locanda di Cadì, l’inizio di una storia d’amore

Lui 75 anni, lei 64 anni. Lei di Palermo, lui di Milano. Patrizia e Diego nel 2011 aprono la Locanda di Cadi, a Borgo Cipampini, a Petralia Soprana. Da subito è un vero successo: la Locanda registra 9mila presenze all’anno, ad eccezione degli ultimi due anni.

Forse fu la mano del destino, o il caso, a portarli in un luogo a loro lontano. Qui il tempo sembra essersi fermato trasportando i suoi visitatori in una dimensione ormai lontana dall’attuale. Una linea sottile tra passato e presente, dove la genuinità e la semplicità delle materie prime sono di casa.

Un luogo dove il paesaggio incontaminato accoglie le piccole casupole accoglienti, fatte di pietra e legno che odorano di quel tempo che fu. Non aspettatevi suite ricavate dalle vecchie mura o bagno con vasca idromassaggio. Le camere sono state risistemate e lasciate al vecchio stato.

Vivere un’esperienza a 360 gradi

Alla Locanda di Cadi si vive un’esperienza che ti arricchisce: l’aria che si respira, i profumi della cucina, la vista del paesaggio, il contatto con la natura, i piatti realizzati con prodotti a km zero. Patrizia e Diego sono una coppia che accoglie i suoi ospiti con il sorriso. Un sorriso che ti fa sentire fin da subito in famiglia. Sono persone semplici e genuine.

Nessuno avrebbe mai pensato che dietro a questo progetto ci fosse un giornalista ex caporedattore de L’Unità e un architetto attuale insegnante.

“Io sono architetto – racconta Patrizia – ricordo che scesi a Petralia per fare una consulenza, proprio in questo luogo. Mio marito Diego se ne innamorò perché gli ricordava il paesino dove trascorse la sua infanzia. Così, presentammo un progetto. E una volta approvato ci trasferimmo”.

Lui caporedattore de L’Unità per 25 anni circa. Nel 1986 lasciò il giornale, perché non era più quello in cui lui credeva, e passò al mondo delle multinazionali come consulente.

“Nel 1996 – racconta Diego – sono tornato nel mondo del giornalismo come direttore dell’Indipendente e in altre redazioni locali. Mi chiesero di rilanciare l’Ora. Così decisi di scendere in Sicilia con l’idea di stare per un massimo di sei mesi. Mi hanno affidato il Mediterraneo. Arrivato nell’Isola ero ormai fuori mercato. Mi mancavano pochi anni per andare in pensione. Qui ci stavo bene perché assomiglia a un piccolo paese di Garessio, in provincia di Cuneo. Così, pensai di realizzare una struttura turistica: prendemmo prima un rudere, e piano piano ne acquistammo altri”.

Adesso Diego fa il cuoco per passione. Lui ha sempre amato la cucina e conosce la cucina internazionale. E’ un nuovo mestiere fatto da un pensionato, dai suoi libri, dalla sua musica. Lui passa dalla cucina al pianoforte. Ed è così che intrattiene i suoi ospiti, regalandogli emozioni.

La struttura ha 5 camere con 14 posti letto. La cucina ha 16 posti a sedere dentro e fuori. “Non diamo mai la disponibilità di prenotare se non c’è posto dentro – precisa la coppia -. Ad eccezione in presenza di un gruppo costituito da un massimo di 25 persone”. Ma tengono a precisare che questo è un gioco, non un lavoro.

Alla Locanda di Cadi è possibile fare la colazione, il pranzo e la cena. Non c’è un menù. Diego realizza i piatti seguendo la stagionalità e l’ispirazione enogastronomica. Cucina in base a ciò che trova girando per le valli e le splendide piccole realtà. Offre un ristorante siciliano che utilizza ingredienti prodotti in zona. Spazia fra ricette tradizionali e inventate. Ed è sempre alla ricerca di piatti antichi che reinterpreta. Fra questi la Pasta Uminina, un antico piatto madonita fatto con finocchietto e pancetta. Pasta col riquagghio uovo, aglio e prezzemolo. Con i fichi, con i peperoni, con i fichi d’india. Pasta alla Norma con le tre essenze di pomodori.  

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