
La Sicilia, terra di vini rinomati, si pone ancora una volta all’avanguardia nel panorama enologico italiano con il progetto InnoNDA, promosso da Assovini Sicilia. Questo ambizioso programma mira a rivoluzionare la produzione dei vini a base di Nero d’Avola, vitigno simbolo dell’isola, unendo sostenibilità, innovazione e qualità sensoriale.
Riduzione dell’alcol nei vini: un obiettivo possibile?
In collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, l’Istituto regionale Vino e Olio (IRVO) e laboratori specializzati come Isvea, il progetto affronta una sfida cruciale: ridurre il contenuto alcolico del Nero d’Avola senza comprometterne le caratteristiche organolettiche. Tra le tecniche sperimentate l’osmosi inversa, l’evaporazione sottovuoto e innovative strategie microbiologiche basate sull’utilizzo di lieviti non-Saccharomyces come Torulaspora delbrueckii e Lachancea thermotolerans.
Secondo la professoressa Daniela Fracassetti, referente scientifica del progetto, l’osmosi inversa ha già permesso di ridurre il tenore alcolico del vino tra il 2% e il 4%, mantenendo praticamente inalterato il profilo aromatico. L’obiettivo finale è arrivare a una riduzione del 6%, rispondendo così alle richieste di consumatori sempre più attenti a prodotti di qualità con un minore impatto sulla salute.
Innovazione e tradizione: la vinificazione in anfora
Un altro elemento di grande interesse del progetto InnoNDA è lo studio della vinificazione in anfora, una tecnica antica ma mai applicata in modo sistematico al Nero d’Avola. Questo approccio mira a esplorare come la macerazione e l’affinamento in terracotta possa influire sulla qualità e sull’evoluzione del vino, introducendo nuovi sapori e profili sensoriali.
Adattamento ai cambiamenti climatici
Il progetto pone inoltre l’accento sull’adattabilità del Nero d’Avola ai cambiamenti climatici, esaminando come la resilienza del vitigno vari in base all’età delle vigne e alle caratteristiche del territorio. I primi dati suggeriscono che i vigneti più vecchi possano essere più resistenti agli stress climatici, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati.
Le aziende protagoniste del cambiamento
Il progetto InnoNDA coinvolge quattro aziende vitivinicole associate ad Assovini dislocate in altrettanti areali tipici della viticoltura isolana: Dimore di Giurfo (CT), Feudi del Pisciotto (CL), Tenute Lombardo (CL) e Tenuta Rapitalà (PA), sotto la guida di esperti enologi come Leonardo La Corte, che riveste il ruolo di “innovation broker”. Questo lavoro collettivo sottolinea l’importanza della collaborazione tra ricerca scientifica e settore produttivo.
Prospettive per il Nero d’Avola
L’iniziativa nasce dalla necessità di rispondere alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dalle aspettative dei consumatori. Come sottolinea Lilly Fazio, vicepresidente di Assovini Sicilia, il progetto mira non solo a innovare la produzione vinicola, ma anche a preservare e valorizzare uno dei simboli enologici più amati dell’isola.
Per il futuro, emerge la necessità di esplorare tecniche agronomiche volte a ridurre la concentrazione di zuccheri negli acini, un aspetto che potrebbe aprire nuovi orizzonti per la viticoltura siciliana.
“Il progetto InnoNDA – aggiunge la vicepresidente di Assovini – rappresenta un modello virtuoso di come la tradizione e l’innovazione possano convergere per affrontare le sfide del nostro tempo”. Con la conclusione prevista per metà 2025, il Nero d’Avola potrebbe presto scrivere un nuovo capitolo nella storia del vino, rafforzando la posizione della Sicilia come leader mondiale nella produzione vinicola sostenibile.