Covid, ristoratori sul piede di guerra contro il nuovo decreto: “Riapriremo anche a cena” 0

CAGLIARI. La loro vuole essere una protesta pacifica al fine di dimostrare che si è in grado di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione. Si è entrati ufficialmente lunedì in zona arancione, non solo la Sicilia ma altre 4 regioni, in attesa delle misure del nuovo Dpcm: Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Per tutte le regioni rimane il coprifuoco dalle 22 alle 5.

I RISTORANTI ZONA GIALLA

Nelle regioni in zona gialla, i ristoranti e le altre attività di ristorazione (ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie e gelaterie) sono aperti con possibilità di consumo all’interno dalle 5 alle 18. Dalle 5 alle 22 è consentita anche la vendita da asporto. La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario.

I RISTORANTI NELLA ZONA ARANCIONE E LA PROTESTA 

I ristoranti e le altre attività di ristorazione (ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie e gelaterie) sono aperti esclusivamente per la vendita da asporto, consentita dalle 5 alle 22, e per la consegna a domicilio, consentita senza limiti di orario. Ma i ristoratori non ci stanno, sono stanchi di una condizione che li sta portando al collasso.

Così, alcuni di loro sfidano il Dpcm sulla chiusura dei locali per cena se non per consentire l’asporto e la consegna a domicilio ai clienti e protestano pacificamente con una sorta di “disobbedienza civile” che viaggia sui social con gli hashtag #ioapro e #nonspengopiùlamiainsegna.

La protesta nasce da un appello lanciato su Facebook da Maurizio Stara, titolare del pub “RedFox” di Cagliari, che ha chiesto l’adesione dei gestori di altri locali in Italia.

“Non spengo più la mia insegna, io apro – si legge nell’appello -. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19. Ai partecipanti è richiesto di accomodarsi al tavolo assegnato (non più di 4 persone per tavolo) e di rimanere seduti e composti. La mascherina andrà indossata per accedere al locale e per alzarsi per qualunque motivo. Una volta seduti potrà essere tolta, piegata e messa via. Non sarà possibile somministrare cibi e bevande, quindi consumarle in loco. Vi chiediamo di passare una mezz’ora con noi e di pubblicare un selfie con gli hashtag #nonspengopiùlamiainsegna e #ioapro taggandovi all’interno dal locale. Tutti i partecipanti verranno omaggiati con un piccolo ringraziamento d’asporto per la collaborazione. Grazie per il supporto”.

La potesta pacifica ha avuto inizio in Sardegna dove alcuni locali hanno aperto normalmente per consegnare le pietanze da asporto e hanno fatto accomodare i clienti che attendevano di ritirarle.

Riaprirà la sua attività a cena anche un ristoratore di Modena. In un video pubblicato su Facebook ha affermato che “Da venerdì 15 (compreso), 50mila ristoratori apriranno in tutta Italia a pranzo e cena in barba a qualsiasi Dpcm illegittimo. I ristoratori hanno deciso di alzare la testa e tornare a vivere. Apriamo la nostra attività rispettando il distanziamento e le norme anti covid”.

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