Camporeale, nasce un progetto di storytelling per immagini: così Igor Scalisi Palminteri racconta il borgo palermitano 0

CAMPOREALE (Pa). È un antico canto popolare, riportato in un’opera di Giuseppe Pitrè e di Salomone Marino, quello che unisce idealmente i tre murales sorti su alcuni muri di Camporeale. Un canto intriso di amore e di rispetto verso il paese del Palermitano che sottolinea le tre opere di Igor Scalisi Palminteri, artista da sempre impegnato nel sociale anche al di fuori di Palermo e della Sicilia e che spesso rappresenta il disagio dei luoghi e dei tempi, ma pure di personaggi iconografici legati ai siti, riletti in chiave anche anacronistica, ironica e mai disturbante.   Chiamato dal borgo “del vino e del legno” per interpretare l’anima autentica del paese, il suo lavoro è caduto sulla Madonna dei Peccatori, venerata a Camporeale, raffigurata secondo l’iconografia con il manto aperto ad accogliere i peccatori. Ancora su un vignaiolo sorridente con in mano un bicchiere di buon vino e, su un falegname al lavoro, un po’ mastro Geppetto, un po’ San Giuseppe.   Il dritto riferimento è, quindi, al borgo, conosciuto per il lavoro dei suoi artigiani del legno e per le vigne che circondano il paese. «Ho aderito subito in maniera entusiasta – dice il sindaco Luigi Cinoperché questi murales raccontano profondamente Camporeale».   Il progetto è dell’associazione turistica Pro Loco Camporeale, in partenariato con l’associazione culturale CamporealeLive. «L’idea di base è quella di valorizzare angoli delle vie del centro, con immagini fortemente legate alle tradizioni e all’identità del paese: l’agricoltura, l’artigianato e la grande devozione per la Madonna, a cui è consacrata Camporeale – spiega Benedetto Alessandro, presidente delle due associazioni. Temi importanti in cui ogni cittadino si riconosce, al di là di ogni differenza di età, ceto sociale o lavoro».   Si vuole accendere un dibattito leggero sul borgo tra chi avrebbe preferito una pittura più tradizionale e chi, invece, è d’accordo con la scelta della chiave contemporanea che riesce a dialogare con i giovani.   «È proprio dal confronto con il territorio, nascono queste mie tre immagini che spero possano rappresentare il paese. Il primo murale di questo trittico guarda all’impostazione di Piero della Francesca, da un lato – spiega Igor Scalisi Palminterie dall’altro, a certa pittura popolare legata all’ex voto, rapida, veloce, non accademica, che schiaccia occhio all’iconografia bizantina per la ieraticità del volto della Madonna».  

Gli altri due murales, il vignaiolo e il falegname, pescano, invece, nelle attività artigiane proprie di Camporeale. L’intento è quello di cucire un itinerario turistico che, attraverso le tre opere, possa portare il visitatore, giunto per caso o indotto dai circuiti da winelover, dentro i vicoli e le botteghe artigiane più autentiche del paese. 

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