Coltivazioni di Banane a Palermo, a produrle Letizia Marcenò 2

PALERMO. Chi l’avrebbe mai detto che a Palermo si producono banane. E che il bananeto si trova nei pressi del fiume Oreto e che l’azienda “Valle dell’Oreto” è la prima produttrice in Italia. Non solo del frutto tropicale, ma anche di nespole. Una storia lunga quattro generazioni. Frutto dei viaggi oltreoceano compiuti dal bisnonno di Letizia Marcenò, palermitana di 29 anni, che con i suoi due fratelli Stefano e Giovanni, porta avanti l’azienda di famiglia. In totale sono dieci i componenti, la maggior parte donne. La prima pianta di banane è sbarcata in Sicilia tanti anni fa: «Il bisnonno di mio papà – racconta Letizia – trasportava agrumi in America e una volta, di ritorno da uno di questi viaggi portò una pianta”.

Nonostante sia l’unica azienda produttrice in Italia di banane, non vi è una distribuzione del loro prodotto nel resto del paese, ma bensì solo in Sicilia, perché manca il quantitativo per poter soddisfare eventuali richieste da tutto il paese. “Le vendiamo soprattutto nel nostro negozio ‘Valle dell’Oreto’ (in via Villagrazia 209/b), assieme alle nespole, ai diversi ortaggi categoricamente di stagione e i funghi. Infatti produciamo varietà di funghi pregiati”. Ma tiene a precisare che l’acqua utilizzata per innaffiare il bananeto non è quella del fiume Oreto ma, bensì, proviene da pozzi privati. Le nostre banane vengono scambiate per platani, perché dalla forma allungata, ma non lo sono. Rispetto a quelle in commercio come la Chiquita, che rappresenta una varietà di cavendish, la polpa è molto carnosa e al palato risutano dolcissime con un retrogusto di cannella.

Letizia Marcenò spiega la vita di chi coltiva un prodotto tropicale in una terra in cui il freddo invernale si fa sentire, e diventa un serio pericolo per queste piante. Giornate di lavoro massacranti ma piene di soddisfazioni: sveglia all’alba, spesso anche alle tre del mattino, per recarsi a lavoro, occuparsi della merce, caricare e scaricare, piantare, monitorare, raccogliere, vendere. “Oggi abbiamo 1200 piante e siamo i maggiori produttori in Italia a livello nazionale e industriale.

Da aprile a settembre la pianta da i suoi frutti, ma in inverno smette la produzione a causa del gelo. Ci premuriamo a coprire l’intero casco, perché la sofferenza si ripercuote nel tempo. Stessa storia per la nespola”. Il suo motto è mai piangersi addosso e non arrendersi mai. Così, malgrado i sacrifici, Letizia ancora oggi si emoziona davanti al miracolo che offre la natura e guarda al futuro con sempre maggiore positività: “La nostra terra oggi rappresenta l’unico settore che può dare frutti e ricchezza e che ti ripaga delle fatiche”.

 

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