
CAMPOREALE (PA). Nel cuore della Sicilia più autentica, tra biodiversità, storia e passione, nasce “Luci”, il primo spumante Metodo Classico rosé da uve Lucignola. Un vino raro e prezioso che racconta il coraggio, la resilienza e l’innovazione della cantina Terre di Gratia, pioniera nel valorizzare un vitigno dimenticato, oggi rinato a nuova vita.
Un vitigno perduto che torna a brillare
La Lucignola, varietà autoctona a bacca rossa originaria dei Monti Nebrodi, è considerata un vitigno “reliquia”, sopravvissuto al tempo e custodito in pochi ceppi sparsi nella Sicilia settentrionale. La sua origine genetica la lega direttamente al Sangiovese, da cui discende per libera impollinazione, secondo gli studi condotti nell’ambito del progetto “Identità e ricchezza del vigneto Sicilia”, guidato dal professor Attilio Scienza.
Storicamente nota già nel 1868, quando il barone Antonino Mendola la cita come “Ducignola Niura”, la Lucignola è rimasta a lungo appannaggio dei vignaioli locali per produzioni familiari. Oggi, grazie al recupero ampelografico promosso dalla Regione Sicilia, trova nuova dignità attraverso un progetto audace e visionario: quello di diventare la base per un Metodo Classico.
“Luci”: un Metodo Classico rosé figlio della biodiversità siciliana
“Luci” nasce nel 2022, frutto di una vendemmia manuale in cassette, seguita da una macerazione pellicolare di 5 ore a 8 °C, fermentazione con lieviti autoctoni siciliani, malolattica svolta integralmente e un affinamento in acciaio per sei mesi. Segue la rifermentazione in bottiglia, con presa di spuma e sosta sui lieviti per 18 mesi, fino alla sboccatura nel novembre 2024. Il dosaggio è extra brut (2,5 g/l), e la produzione limitatissima: solo 240 bottiglie.
A stupire, ancor prima della vinificazione, è l’analisi dell’uva: una acidità sorprendente di 11 g/l, rara per un vitigno a bacca rossa siciliano. Un risultato che ha convinto l’enologo Nicola Colombo e i fratelli Triolo (Rosario e Gaspare nella foto in evidenza) a orientare la produzione verso un Metodo Classico, una scelta tecnica e identitaria che interpreta al meglio l’anima fresca, elegante e resiliente della Lucignola.
Degustazione: un inno alla freschezza, alla Sicilia e alla vitalità
Alla vista, “Luci” affascina per il rosa tenue e brillante, il perlage fine e persistente, la spuma leggera dai riflessi violacei e corallo. Al naso è un’esplosione di fragolina, ribes rosso, arancia sanguinella, con note di rosa tea e mango che si mescolano a toni vegetali di macchia mediterranea, e a delicate sfumature speziate di chiodi di garofano, cannella e bitter. In bocca è un vino vivace e dinamico, dove la bollicina accompagna con eleganza la freschezza sapida, per un sorso coerente, armonico e coinvolgente. “Luci” è un vino che racconta la Sicilia in chiave contemporanea: gioioso, sorprendente, profondo.
Un’etichetta che è un’opera d’arte
Ogni bottiglia è un pezzo unico, firmata dall’artista Daniele Favaloro, che ha tradotto visivamente l’ispirazione orientale del kintsugi: la tecnica giapponese che impreziosisce con l’oro le fratture degli oggetti, rendendoli più forti e più belli. Un concetto che ben si sposa con la rinascita della Lucignola, un tempo dimenticata e oggi al centro di un progetto di valore e significato.
Un vino raro, per chi ama l’eccellenza autentica
“Luci” non è solo uno spumante rosé Metodo Classico: è un simbolo della Sicilia più autentica, quella che non teme di riscoprire le proprie radici per raccontarsi in modo nuovo. È un vino per chi cerca emozione, originalità, racconto e territorio. Una bottiglia che incanta non solo per il suo contenuto, ma anche per il messaggio che porta con sé: valore, bellezza, resilienza.
Distribuito in edizione limitata, “Luci” è una gemma rara nel panorama enologico italiano. Un invito a brindare alla biodiversità, alla cultura e alla luce di una Sicilia che non smette mai di stupire.
Terre di Gratia: una storia di famiglia, territorio e sostenibilità
Fondata nel 1934 a Camporeale, in provincia di Palermo, Terre di Gratia è guidata oggi da Gaspare e Rosario Triolo, quinta generazione della famiglia. Dal 2005 la cantina ha scelto di valorizzare i vitigni autoctoni come Catarratto, Perricone e Syrah, diventando portavoce del disciplinare della Doc Monreale.
La filosofia aziendale si fonda su tre pilastri: tradizione, sostenibilità, innovazione. Tutti i vini sono certificati biologici dal 2010, i processi produttivi sfruttano energia rinnovabile da impianti fotovoltaici, e il packaging è pensato per ridurre l’impatto ambientale, con bottiglie leggere e materiali riciclati.
Dal 2018, la cantina ha smesso di stampare cataloghi e brochure, sostituendoli con strumenti digitali per un’ulteriore riduzione della propria impronta ecologica.
Vendemmia in Rosa: il vino che fa bene al cuore
Oltre all’impegno ambientale, Terre di Gratia è promotrice di “Vendemmia in Rosa”, evento solidale che si svolge ogni settembre e il cui ricavato viene devoluto a onlus e imprese sociali impegnate nella tutela delle donne vittime di violenza, dei disabili e delle fasce fragili della popolazione. Un’iniziativa che unisce valori etici, vino e comunità.