Si chiama Omakase ed è il menù al buio: il trend del momento 0

Si chiama Omakase ed è il menù al buio: il trend del momento. Direttamente dal Giappone si sta diffondendo in Italia un nuovo trend: si tratta dell’Omakase giapponese. Il termine indica una formula ristorativa in cui non solo il menù previsto è a sorpresa ma viene servito direttamente al bancone dallo chef, un vero e proprio spettacolo da ammirare e gustare. Scopriamolo insieme.

Si chiama Omakase ed è il menù al buio: il trend del momento

Il termine Omakase significa letteralmente “mi fido di te” e allo stesso tempo indica un tipo di ristorante e modo di mangiare. Con questa formula ci si affida ad uno chef che prepara un percorso culinario sublime le cui portate si basano sulle materie prime della giornata. In particolare, il sushi master studia e prepara con accuratezza una combinazione di portate caratterizzate da un’intensità di gusto crescente. Il sushi master nel frattempo prepara e serve direttamente al bancone ai clienti le portate. L’omakase è la formula perfetta per chi vuole provare solo materie prime di giornata, direttamente dal mercato, cucinate con creatività e per chi vuole chiacchierare con lo chef. Questo trend culinario è nato in Giappone, si è progressivamente diffuso in America ed è approdato ora in Italia.

Si chiama Omakase ed è il menù al buio: il trend del momento

Un’esperienza gourmet

Negli omakase italiani si può sperimentare l’abbinamento tra la formula orientale dell’omakase e una proposta culinaria in stile italiano. La tradizionale barriera tra sala e cucina viene abbattuta, la cucina diviene il palcoscenico per gli chef, protagonisti di cooking show e anche abili storyteller capaci di intrattenere gli ospiti tra le portate. I clienti degli omakase sono pochi, l’intento è infatti fornire un’esperienza ricercata a 360 gradi. Felix Lo Basso è stato tra i primi in Italia a proporre questa formula. A Milano troviamo Felix Lo Basso Home&Restaurant, un locale pronto a ridisegnare il concetto dell’accoglienza e dell’ospitalità. Il numero massimo di commensali ammessi è 12.

Un menù per pochi

“Quando arrivano da noi, gli ospiti suonano il campanello e si accomodano in soggiorno per l’aperitivo. La cena viene servita su un unico tavolo sociale, in cucina, da dove si può osservare lo staff mettere in scena uno “spettacolo culinario” durante il quale viene raccontato un menu degustazione in continua evoluzione. In pratica realizziamo un cooking show privato in cui gli ospiti sono coprotagonisti insieme alla brigata spiega Lo Basso. Nessuna privacy, nessuna possibilità di scelta e tantomeno di modifiche al percorso gustativo a sorpresa firmato Lo Basso, rigorosamente precluso a celiaci, vegani, intolleranti e bambini. Inoltre lo chef aggiunge: “La mia è una cucina d’emozione, ogni piatto narra la mia filosofia ed è per questo che non ammette variazioni e non si adatta a chi ha esigenze specifiche o problemi di intolleranze”.

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