
CAMPOREALE (PA). Il Camporeale Days taglia il traguardo della decima edizione e conferma la sua centralità nel panorama enogastronomico siciliano. Dal 2 al 5 ottobre, la cittadina dell’Alto Belìce è tornata ad animarsi con degustazioni, masterclass, cooking show e musica, accogliendo migliaia di visitatori e operatori del settore. Un successo che consacra l’evento – nato come iniziativa locale della Pro Loco – come appuntamento di riferimento per la Doc Monreale e per le produzioni d’eccellenza della Sicilia occidentale.

Organizzata da Utopìa Communication Events con il patrocinio del Comune di Camporeale, l’edizione 2025 ha puntato su un format maturo, capace di coniugare promozione economica, cultura e intrattenimento. «Siamo felici di aver contribuito alla crescita di una manifestazione che ogni anno richiama appassionati e neofiti con il desiderio di conoscere il mondo del vino», ha dichiarato Alessia Billitteri di Utopìa.
Soddisfatto anche il sindaco Luigi Cino, che ha parlato di “un lavoro di squadra tra istituzioni, imprese e cittadini”, annunciando che i preparativi per l’edizione 2026 sono già iniziati.

La decima edizione dei Camporeale Days ha messo in evidenza una formula vincente: la capacità di trasformare un evento locale in un motore di promozione territoriale, capace di unire produttori, istituzioni e cittadini.
In un panorama regionale in continua evoluzione, Camporeale si conferma oggi come uno dei laboratori più vitali del vino siciliano, dove tradizione e innovazione si incontrano sotto il segno dell’identità.
B2B e formazione, l’anteprima dedicata agli operatori
La rassegna si è aperta giovedì 2 ottobre con una giornata interamente dedicata a stampa e professionisti del comparto, ospitata nel suggestivo Palazzo del Principe. Il programma ha proposto masterclass tematiche e degustazioni di vecchie annate, con focus su Catarratto, vini bianchi da invecchiamento, Doc Monreale e vini d’altura, guidate da firme autorevoli del giornalismo enologico come Federico Latteri, Cristina Mercuri, Alessandro Torcoli e Francesco Pensovecchio.
Non è mancato l’aspetto gourmet: lo chef stellato Nino Ferreri del ristorante Limu di Bagheria ha firmato un light lunch esclusivo, presentando il suo piatto simbolo Il coniglio nel bosco.
Quattro giorni di degustazioni e incontri
Nel fine settimana, il villaggio espositivo ha coinvolto circa cinquanta aziende agroalimentari e venti e aziende vitivinicole, trasformando Camporeale in una vetrina diffusa delle eccellenze dell’Alto Belìce. Le masterclass all’Enoteca del Baglio e a Palazzo del Principe hanno registrato il tutto esaurito. Condotte da esperti come Luigi Salvo, Maria Antonietta Pioppo, Marcello Malta, Daniele Siena e Nino Aiello, hanno centrato focus su Syrah, Perricone, bollicine e vini dell’Ovest siciliano.

Il tema guida dell’edizione, “erbe aromatiche” (a fare da madrina l’esperta Francesca Cerami), ha ispirato i cooking show del Secondo Atrio del Principe. Sul palco, chef e pasticceri di diverse aree dell’Isola – da Benedetto Buccheri (Be Bop, Palermo) a Giovanni Catalano (pasticceria Oscar), da Ignazio Morgante (Zayt, Cefalù) a Giuseppe Crimi Stigliolo (Pepe Rosa, Capo d’Orlando) e Filippo Ventimiglia (Quattro Venti, Palermo) – hanno offerto interpretazioni originali della biodiversità siciliana.
Cultura e musica per una comunità in festa
Accanto al vino e alla cucina, i Camporeale Days hanno proposto un programma culturale e musicale diffuso. Le visite guidate al Palazzo del Principe e al Santuario della Madonna dei Peccatori, insieme ai tour in cantina organizzati con bus navetta, hanno consentito al pubblico di conoscere il territorio da vicino. In serata, la festa si è spostata in piazza: sabato con il dj set PopShock di Alessio Librizzi e Sergio Fundarò, domenica con il concerto degli Shakalab, che ha chiuso l’evento tra entusiasmo e partecipazione.












