Food Hall: le aree dismesse diventano ristoranti 0

ROMA. Sono luoghi spesso abbandonati, dal subentro delle innovazioni che risultano oramai privi di utilità, e invece ritornano a nuova vita come un fenomeno passeggero e riqualificano aree urbane, industriali e periferiche riposizionando la loro missione.Magazzini dei mercati generali, capannoni aziendali dismessi fino a vecchie chiese sconsacrate, luoghi di culto dal sacro al profano. E’ Londra, in Europa, a lanciare il via. Nascono le food hall. Nuove destinazioni per gli amanti del cibo, nei luoghi in disuso del progresso industriale. Sono sotto gli occhi di tutti e proliferano giorno dopo giorno. Le food hall, ampi spazi di design dove ci si muove su percorsi tra food shopping di qualità, wine tasting, pasti mordi e fuggi, fino a ristorantini dove servono cene tradizionali. Gli orari sono prolungati rispetto ai negozi, le aperture stanno aumentando negli USA e si rileva una presenza crescente di menu e prodotti Made in Italy.Già nel 2016 negli USA il business è aumentato del 36 per cento, e secondo le previsioni della società immobiliare Cushman&Wakefield il dato sulle aperture raddoppierà entro il 2019. Già aperto e in piena attività il Katz’s Deli ha aperto a Brooklyn il Dekalb Market Hall, un centro gastronomico  con 40 venditori che rappresentano la multiculturalità dei distretti di New York. A Manhattan c’è il Chelsea Market, visitato da 6 milioni di turisti, che si amplia con la Chelsea Local negozio dedicato al cibo italiano.

Hanno già aperto al suo interno Filaga, la prima pizzeria e rosticceria siciliana, in aggiunta alla gastronomia di BuonItalia, L’Arte del Gelato e il Pastificio Rana. Stefanelli, Giustiniani e Cipriani i cognomi italiani che stanno conducendo lo sviluppo delle food hall in America con a base la materia prima e lo stile di vita Made in Italy. A Londra stanno assumendo un importante ruolo tra i luoghi di intrattenimento notturno, riqualificando aree abbandonate portando folle di pubblico appassionate dal cibo e il buon vivere. Dal Mercato Metropolitano aperto all’interno di una ex cartiera in zona Elephant & Castel che sta per aprire un’altra sede in una ex Chiesa a Mayfair.

Ci sono anche i Market Hall prendono forma nei sottotetti dei depositi a Victoria Station e nel quartiere Fulham, in apertura vicino Oxford Station per fine ottobre, in un ex magazzino dove si ospiteranno 12 cucine con  800 posti a sedere. A Londra si vive una golden age, Camden Market ha inaugurato la Italian Alley.Alcuni piatti? panelle e arancini, frittate di pasta, pizze a portafoglio, focacce  con burrata un vero trionfo per il palato. L’Old Spitalfields Market, da mercatino del rigattiere sta cedendo spazio al cibo con artigiani della cucina, i cibi italiani sono presenti con delle moto ape modificate e adattate a cucine mobili.

A fine Agosto aprirà il Seven Dials Market dal nome del quartiere alla fine del Covent Garden, già noto per pop art e l’arte da strada. Nascerà da un vecchio deposito di banane accoglierà giovani cuochi, imprenditori con nuove e originali proposte gastronomiche. A London Bridge Station ha aperto il Vinegar Yard antico deposito della stazione che raccoglie piccoli produttori di birre artigianali inglesi. Mancava il format di Eataly, che prima ha aperto a New York, Toronto,Chicago, Boston, Parigi, e Mosca e adesso arriva a Londra.

Apertura prevista nel 2020, con i suoi 4300 metri quadrati, nella caotica Liverpool Station, con 183 mila passeggere giornalieri, si distribuirà sul primo piano del palazzo, il Bishopgate. Anche altre stazioni dei treni, si trasformeranno in mete per gli amanti del cibo, a Waterloo Station nascerà Time Out Market con 17 stand, 500 posti a sedere su due piani e banconi per spillare la birra. Luoghi sempre di più deputati ad accogliere folle e raggruppare gli imprenditori del food, lasciando le città sempre più libere dal traffico e più libere dal caos, dando spazio a ritmi residenziali.

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Sabrina Gianforte da oltre 20 anni si dedica alla ricerca e alla scoperta di prodotti etno-eno-gastronomici. Studi economici e giuridici le hanno permesso di accompagnare lo sviluppo imprenditoriale nei mercati esteri, approfondendo marketing e comunicazione. Già prefetto dell’Accademia Italiana di Gastronomia Storica, è assaggiatrice di formaggi, olio, vino e grappe. Ha viaggiato tra USA, CINA, RUSSIA, EUROPA, per scoprire e portare innovazione, a supporto dello sviluppo economico e imprenditoriale. E’ incisiva, instancabile, combattiva e propositiva in ogni sua espressione di critica enogastronomica. Organizza educational wine, oil and food style, degustazioni e salotti culturali. Ha scritto e pubblicato la storia dell’ultimo Monsù di Sicilia Mario Lo Menzo.

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