Inverdurata 2019, non solo mosaici: il nostro tour tra le bellezze enogastronomiche del territorio 0

PACHINO (SR). L‘Inverdurata non è solo la realizzazione di splendidi Mosaici Vegetali. Sono cuori e passioni che si uniscono per la valorizzazione del bene comune. Sono storie tra passato e presente, vecchie e nuove generazioni che portano avanti una tradizione. E’ il lavoro di uomini e donne che ogni giorno con sudore portano in tavola i migliori prodotti della terra e del mare.

Orogastronomico ha seguito il tour stampa organizzato all’interno dell’Inverdurata 2019 e ve lo racconta con la stessa passione con cui l’ha vissuto. Sapori e saperi di una fetta di Sicilia che lavora con amore.

La produzione dei pomodori Igp

L’Inverdurata è stata anche l’occasione per conoscere la storia dei prodotti del territorio che troviamo in tavola, e di chi ogni giorno con dedizione, sapienza e non pochi sacrifici li mette al mondo e se prende cura.

La prima tappa è l’azienda Pomosì appartenete alla Cooperativa Aurora. All’interno si producono prodotti ortofrutticoli con particolare riferimento al melone e alle zucchine. Al centro, però, vi è il famoso pomodorino IGP.

L’azienda sitrova all’interno di una grande capannone. Ci accolgono e ci spiegano tutto ciò che gira attorno al marchio Igp le varie fasi di produzione.  Si tratta di un prodotto ortofrutticolo a Indicazione geografica protetta proveniente da parte delle province di Siracusa e Ragusa. Nello specifico, il disciplinare IGP prevede, per la produzione del “Pomodoro di Pachino”, una zona di coltivazione che comprende l’intero territorio comunale di Pachino e Portopalo di Capo Passero, oltre a parte dei territori comunali di Noto (SR), Rosolini (SR) ed Ispica (RG), ricadenti nella parte sud orientale della Sicilia.

La coltivazione del pomodoro avviene in ambiente protetto, in serre e/o tunnel coperti. Serre da noi visitate. Le specie sono: Ciliegino IGP, Costoluto IGP, Tondo liscio IGP, Grappolo IGP.

Il lunch nella Cantina Ramaddini

Accoglienza, disponibilità, buon cibo della tradizione e ottimo vino. Il nostro Lunch è riservato e familiare: Carlo Scollo e la figlia ci accolgono nella loro azienda Ramaddini per un pranzo fatto di prodotti del territorio. Sulla tavola imbandita, non mancano le fave private dalla buccia e fritte, le deliziose scacce con gli ortaggi, gli arancini al ragù, le lasagne, le polpette e le ricottine fritte, il vino cotto e il miele. Un pasto addolcito dal cioccolato di Modica dell’Antica Dolceria Bonaiuto. In abbinamento i vini della casa: ad aprile la Perla Marina, poi un ottimo Quattro Venti (Chardonnay Catarratto, Terre siciliane IGT), Note Nere (Nero d’Avola Noto DOC), Patrono (Nero d’Avola Noto DOC), per concludere con Al Hamen (Passito di Noto DOP).

Campisi, una storia lunga cinque generazioni

E’ una storia lunga cinque generazioni quella della famiglia Campisi. I prodotti sono quelli del territorio: dal pomodorino al pescato. La bottarga, così come le conserve di tonno, è un must. “La lavorazione del tonno – ci spiega il titolare Salvatore Campisi  – avviene solo a coltello. Il paesaggio mozzafiato fa da cornice a un’ottima cena realizzata dallo chef di casa Giuseppe Lorefice. Ad aprile le danze una sfilza di antipasti: il tagliere con suppizzata, bottarga, mosciame, pesce spada e tonno affumicato; tonno rosso del Mediterraneo con restrizione di Nero d’Avola, cannella e sale grosso; tentacolo di polpo, crema di melanzane e basilico; focaccina con sgombro, pomodorino secco e crema di bufala.

Adelfio, la lavorazione del tonno

A Marzamemi c’è un’altra azienda più giovane, ma con una grande storia alle spalle che si occupa della lavorazione del pescato, così come degli ortaggi del territorio. E’ Adelfio, e nasce nel 1931 a Marzamemi a pochi passi dall’antica tonnara del Principe di Villadorata. Un dipendente ci fa da cicerone per le vie del Borgo Marinaro. Ci spiega la storia e le chicche sulla pesca del tonno ai tempi d’oro della pasca: all’epoca del Rais e della mattanza.

Ci mostra, poi, lo stabilimento che sorge a fianco del punto vendita, nel grande capannone dove per lunghissimo tempo i tonni appena issati alla vicina balata venivano traportati, lavorati e conservati in giornata. Scopriamo che il tonno viene ancora bollito durante la lavorazione come tradizione vuole, e non cotto a vapore, e che un buon prodotto non si “taglia  con un grissino”.

Tenuta La Favola

E’ realmente una favola, anche se il nome deriva da una scommessa tra amici per la buona riuscita di un progetto: produrre un buon vino e venderlo in Svizzera. E’ l’azienda vitivinicola biologia “Tenuta La Favola” in contrata Buonivini a Noto. Ci accolgono Corrado e Valeria, i padroni di casa, assieme all’enologo dell’Azienda.

E’ un piccolo angolo di paradiso, su una collina di vigneti, ulivi e carrubi. Una storia lunga quattro generazioni ma che si rinnova, diventando una cantina con certificazione biologica italiana e svizzera, campi sperimentali sulla biodiversità, impianto fotovoltaico per la produzione di energia rinnovabile, progetti multiculturali e residenze per artisti.

I due amici ci mostrano i vigneti: tutto studiato a regola d’arte per creare micro ambienti, apparentemente non curati, in perfetto equilibrio fra loro. Ci mostrano la stanza, ricca di cimeli, dove anticamente si lavorava il vino.

A tavola, Valeria ci incanta con la “pelosa” una sorta di sformato dall’aspetto non piacevole, ma dal gusto straordinario. Lei è originaria di Palermo, l’amore la porta a Noto. Le origini si avvertono anche in  cucina: porta in tavola un primo a base di frittella. Piselli, carciofi e fave raccolte dal loro orto. Ad accompagnare le portate i vini della casa: il moscato, il Nero d’Avola, La Favola.

Castello Tafuri – Vidi

Il nostro tour termina con la cena al ristorante Vidi all’interno dell’incantevole Castello Tafuri a Portopalo di Capo Passero. Un viaggio verso le contaminazioni di popoli e tradizioni. Il menù è ricco e porta la firma dello chef Roberto Pirelli. Tra le portate: Pecora, ostrica e ginger beer; uovo, piselli e carpaccio di gambero rosso; osso bruciato alle erbe aromatiche, tartare di alalunga, polvere di aceto e cipolla in agrodolce; meringa, spuma al Marsala, gelato al caffè, cioccolato e mandorla.

 

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