Carmelo Trentacosti, l’arte di dare sostanza al desiderio di bellezza 0

PALERMO. L’arte di dare sostanza al più grande desiderio di bellezza. L’eleganza, lo charme e la sontuosità rendono viva l’atmosfera dei salotti della Belle Epoque. Scorci di interni vissuti da una borghesia vezzosa, che celebrano quell’Ottocento raffinato. Un tempio che prende nuova forma. Un luogo dove passato e presente si fondono per dare vita a un’opera d’arte che coinvolge tutti i sensi. Al Grand Hotel Villa Igiea tradizione ed eccellenza gastronomica s’intrecciano all’insegna di una bellezza senza tempo. Eccellenza dettata dal talento innato di Carmelo Trentacosti, Executive chef del ristorante gourmet Cuvèe du Jour. Nei suoi piatti emerge una spiccata personalità. Le portate parlano, urlano, cantano. A differenza del suo apparire riservato, di poche parole e mai al centro della scena.

Trentacosti, uno stile brillante

La sua è una cucina ricercata, creativa, elegante. Meritevole di brillare nel firmamento stellato. Stupisce ed emoziona ogni volta, come fosse la prima. Frutto di una sfrontata capacità di rompere gli schemi e presentare piatti diversi e addirittura sapori diversi.
Trentacosti è impegnato nella costante ricerca della perfezione. Una ricerca quasi maniacale, severamente attenta alle tecniche di preparazione alla selezione delle materie prime di qualità.

Lo Champagne Steinbrück 

Il suo talento dettato dall’amore per l’alta cucina, ha regalato un persorso sensoriale coinvolgente attraverso la “Gourmet Experience” svoltasi martedì 25 settembre al Grand Hotel Villa IgieaPiatti dalla sensibilità raffinata accompagnati dallo Champagne della prestigiosa maison francese Steinbrück che ha visto attorno al tavolo l’ambasciatore Roberto Beneventano Della Corte. Le sue caratteristiche si esprimono in una grande freschezza ed in una grande piacevolezza.

I dettagli dell’essenzialità

Nel salotto ottocentesco primeggia il sontuoso tavolo, col tovagliato bianco dove spiccano i centrini di pizzo accuratamente riposti sul sottopiatto. Un’eleganza arricchita da elementi floreali, candele e candelabri. I bicchieri di cristallo si incrociano con la modernità dei piatti, vere e proprie tele che mettono in bella mostra la sontuosità pittorica, la pennellata vibrante e dinamica dello chef Trentacosti. Il personale è attento e preparato, sempre sotto l’occhio vigile del direttore della struttura Vito Giglio.

La Gourmet Experience firmata Trentacosti

I piatti sono sofisticati ed eleganti, dal gusto intenso e meravigliosamente bilanciato. Una cucina in grado di sorprendere i palati più esigenti grazie a una cucina che combina sapientemente innovazione e tradizione. L’aperitivo incanta e seduce, e apre le porte a una cena che mette insieme animi e passioni all’insegna del buongusto.

Un’esplosione di sapori il Gelato ai ricci di mare accompagnata dalla cialda di pane soffriata;

il cannolo croccante con mousse di caponata e mandorle;

il raviolo aperto di seppia con gambero rosso e caviale.

Delicato e intenso il tronchetto di tonno pinna gialla con bottarga, cipolla rossa in agrodolce e spezie.

E’ ormai un must il finto “Baccello di piselli”, l’amouse bouche che stupisce e incanta in una riproduzione impeccabile, surreale. E’ composto dal cracker di farina di piselli, mousse e germogli di legumi versi e terriccio di olive nere.

L’antipasto al tavolo: la “Baby parmigiana”, la tradizionale parmigiana rivisitata, servita su una spirale di gelatina di pomodoro datterino, con crema di parmigiano e melanzana perlina ricorperta da una panatura di Tumminia e fritta. Il sapore apre le porte della memoria, un salto verso un passato ricco di affetti.

Filetto di sgombro in “insalata pantesca” ritrova ed esalta tutta la sicilianità dei capperi edella cipolla rossa in agro.

Il primo è una rivisitazione della palermitana pasta con le sarde attraverso un “raviolo fondente di sarde, finocchietto selvatico e crumble di pane di Tumminia”.

La panatura della triglia è impeccabile, e racchiude tutta la freschezza del mare. “Triglia a beccafico servita con crudo di scampi, crema di datterino e salicornia”.

Un gusto che non cambia, si migliora nel tempo. L’abbinamento è geniale, direi perfetto, così come la cottura: i sapori che via via emergono sono perfettamente bilanciati. “Piccione in dolce cottura con purea di mela cotogna, pinoli e chinotto”.

Nel pre-dessert è perfettamente riprodotta la pera che assieme al rhum si fondono in un connubio perfetto. “Pera e rhum”.

Infine, la serata si conclude con un dessert dall’animo siciliano: “Bavarese al pistacchio, soffice di ricotta e cannella”. Lo strato superiore ricorda il biancomangiare della nonna.

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