Roma e Catania si incontrano: la pinsa mediterranea è vincente da Officina 51 0

CATANIA. Una serata dedicata alla pinsa rivisitata in chiave mediterranea. Un prodotto tipicamente romano abbinato alle peculiarità della Sicilia che diventa unico nel suo genere.
E’ stata questa la brillante idea di Officina 51 – Pinseria Mediterranea di Catania che ha presentato alla stampa di settore il nuovo menù raccontando la storia delle pinse, conoscerne la gestualità, il rispetto dei tempi e le qualità del lievito madre che conferisce leggerezza e al tempo stesso consistenza.

La degustazione è stata preceduta da un brindisi di benvenuto del signor Franco Russo, proprietario del locale, il quale ha delineato nel dettaglio l’origine della pinsa e la scelta di conferirgli il gusto e i sapori della cucina mediterranea.

La pinsa nasce a Roma ed è composta da un mix di tre farine: frumento, soia e riso, insieme alla pasta madre che viene essiccata e messa dentro. Parliamo di un prodotto che ha riscosso grande successo: l’impasto composto da farine 100% italiane, macinate a pietra secondo l’antica tradizione della pizza, viene lasciato lievitare naturalmente per oltre 60 ore per conferirgli leggerezza e digeribilità.
Una base accompagnata da produzioni siciliane e non solo come il prosciutto di Parma o la mozzarella di bufala Dop, ma ove è possibile vengono selezionati salumi e formaggi della nostra Sicilia. Una scelta che ha permesso a Officina 51 di essere selezionata tra 12 pinserie in tutto il mondo da Gambero Rosso, colpito dal gusto della pinsa inebriata dai straccetti di suino nero dei Nebrodi e dal caciocavallo ragusano.


A dare dimostrazione sulla preparazione della pinsa il percorso gourmet firmato dal maestro pinsaiolo Sathya Russo che ha proposto la pinsa “Ficu” che ha incantato Gambero Rosso.

Una pinsa composta dalla cicoria di campo tipica siciliana prettamente bio, dalla robiola di capra avvolta da una foglia di ficu che dà acidità e sapore aromatico della pianta. Ma non è finita di certo qui, poiché si aggiungono a questi pomodorini semi secchi, la riduzione di vino e gli straccetti di suino nero forniti dall’azienda “Nero Maialino”.

Inizialmente viene posta sulla pinsa la cicoria di campo che è stata soltanto bollita e saltata in padella con aglio e olio per far scaricare l’amaro in eccesso. Dopo questo passaggio la pinsa viene messa sul forno. Il maestro pinsaiolo ha spiegato nei dettagli il procedimento di cottura della pinsa che avviene in due tempi: in un primo momento la pinsa viene allargata e distesa sulla farina di soia termo trattata, un processo che conferisce croccantezza al prodotto.

Nel processo di doppia cottura vengono esaltate le qualità organolettiche del prodotto, mantenendo la bontà e la morbidezza all’interno.

Dopo il processo di cottura della pinsa “Ficu” si procede con l’inserimento della robiola di capra avvolta da una foglia di ficu e degli straccetti di suino nero in quali vengono messi in uscita e non in cottura poiché hanno già subito un processo di cottura a bassa temperatura molto lungo.

Una volta posti sulla pinsa viene messo il caciocavallo ragusano accompagnato dai pomodorini semisecchi rigorosamente siciliani. Tocco finale la riduzione del vino.

Protagonista della serata anche “Nero Maialino” di Giuseppe Indorato che ha sorpreso e impressionato gli ospiti con i suoi prodotti. L’azienda di Adrano ha portato in tavola salumi dal sapore delicato e ricercato come il prosciutto di tacchino speziato con scorzetta di limone, rosmarino e salvia, servito con insalata di finocchi.

Senza dimenticare il carpaccio di scottona e la bresaola di vacca siciliana che hanno deliziato il palato di tutti i presenti.


Ad accompagnare i piatti proposti da Officina 51 e Nero Maialino, “La Valigia di Bacco” un contenitore che viaggia alla scoperta di vini autentici, scelti accuratamente solo dopo un’attenta valutazione. Un gruppo di enologi appassionati del mondo del vino naturale, che attraverso la degustazione di cinque etichette ha permesso di scrutare la Sicilia da est a ovest.

Oltre alla già citata pizza “Ficu” realizzata per Gambero Rosso, il maestro pinsaiolo ha preparato la “paesana al miele”, la pinsa“cotto e pistacchio” con mozzarella di bufala, provola affumicata a legna, formaggio di capra siciliano e pistacchio verde di Bronte Dop.
A chiudere la degustazione, un altro prodotto mediterraneo:la pinsa “la sasizza e sinapi” con aggiunta di formaggio ragusano, olive e salsiccia di suino nero dei Nebrodi fornita da Nero maialino.

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Classe 1992, con una passione smisurata per il giornalismo. Dal 2015 all'estate del 2018 redattore di ITASportPress, testata giornalistica sportiva che mi ha permesso di collaborare con La Gazzetta dello Sport. Continuo a scrivere di calcio grazie al mio ruolo di coordinatore per Datasport.it, ma è per il Quotidiano di Sicilia, di cui sono attualmente collaboratore, che mi occupo di altri argomenti quali politica, pubblica amministrazione, consumo, imprese ed economia.

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